Yoga
e sincretismo religioso
Anna: La cultura e la civiltà
che hanno prodotto la filosofia yoga sono antichissime. I primi testi risalgono
forse a tremilacinquecento anni fa. Sono molto antecedenti alla venuta del
Cristo. Lo Yoga è uno dei sistemi ortodossi della filosofia induista. Esistono
vari sentieri di perfezione, il più conosciuto in occidente è sicuramente l’Hatha Yoga, praticato come ginnastica
dolce; poi c’è la via dell’amore e della devozione, Bhakti; la via della ripetizione di suoni sacri, Mantra; il sentiero dell’azione compiuta
senza attaccamento, Karma; la via
della conoscenza e della saggezza, Jnana;
la tecnica di concentrazione sui suoni astrali, Laya, e, infine, lo Yoga regale, Raja, che li comprende un po’ tutti.
Thomas: In realtà di “yoga” se
ne conoscono centinaia; ogni scuola dell’induismo e del buddhismo ha il suo
yoga. Ho studiato in modo speciale quelle scuole che vanno sotto il nome di
“tantrismo”; lo yoga tantrico è stato l’argomento principale della mia tesi. La
scoperta dello yoga in Occidente pone una questione al Cristianesimo, “Può il
Cristianesimo essere cattolico? Può la Chiesa rischiare di essere tanto santa e
cattolica da abbracciare tutte le possibili vie alla santità, compreso lo
yoga?”.
Anna: Puoi spiegarti meglio?
Che cosa significa che la Chiesa può rischiare di essere cattolica?
Thomas: Andare fuori dalla
propria civiltà comporta rischi gravissimi. Lo yoga appartiene a una civiltà
molto più antica della nostra. Come possiamo inoltrarci in quella selva oscura
che è l’Oriente, che è l’India, che è lo yoga, senza correre un pericolo
gravissimo, il rischio di snaturare tutto, anche il nostro dogma? Eppure la
Chiesa, per essere veramente cattolica, deve affrontare questo rischio, se
vuole annunciare il vangelo di Cristo come un messaggio universale.
Anna: Il progresso nasce indubbiamente dall’apporto di varie
esperienze e culture, così la spiritualità può crescere grazie all’apporto di
tutte le religioni. Forse soltanto riunendo le intuizioni, le esperienze dei
mistici di tutto il mondo ci si può avvicinare a intuire l’Inesprimibile. Le
parole in questo caso non servono.
Uno scienziato che si mette a tavolino
perché deve scoprire il segreto dei geni, fa tesoro di tutte le scoperte
precedenti fatte da altri nei secoli. Così una persona spirituale, che vuole
raggiungere Dio, utilizza tutte le strade che trova sul suo cammino. Questo non
vuol dire che un giorno va a pregare in un tempio buddhista e un altro in un
tempio induista, anche se non ci troverei nulla di strano. Qualunque tempio è
la casa del Signore. Alla fine, inevitabilmente, sceglie la propria strada, più
congeniale per cultura o per temperamento, ma se conosce le altre, saprà
rispettarle e amarle. E, di conseguenza, saprà rispettare e amare tutti i
popoli.
Thomas: Dissi allo scienziato
Fritjof Capra, nel nostro libro L’Universo
come dimora[i]:
“Come nelle scienze così nella teologia nascono nuovi paradigmi, cioè modi
nuovi di pensare la fede, quando essa incontra nuovi input culturali”. All’inizio, una novità culturale può essere
giudicata incompatibile con la tradizione dottrinale. Nel Medio Evo la
riscoperta della Metafisica di Aristotele, insieme con i suoi commentatori
arabi mussulmani, provocò san Tommaso a creare la Summa, la nuova teologia per i suoi tempi. Una teologia che sotto
diversi aspetti rompeva con quella vecchia.
Oggi la Chiesa, perché sia cattolica, deve
perdersi nella selva oscura delle culture che non hanno conosciuto il
sincretismo del Cristianesimo con l’impero romano. Poiché la famosa cupola è
sincretismo, com’è sincretismo puro il motto di Costantino, In hoc signo vinces, “Con questo segno
vincerai”. Il sincretismo fra Cristianesimo e impero riuscì a trasformare la
croce di Gesù in uno stendardo militare. Allora, quale sincretismo? Oppure,
quale cattolicità? Capisco se un cardinale mette in guardia contro il
sincretismo. Mi dispiace se vede pericoli solo nell’accostare alla tradizione
della Chiesa le pratiche spirituali tipo yoga e zen.
Anna: Ricordo le polemiche che
suscitò il documento dell’allora cardinale Ratzinger sulla meditazione. E
quelle che suscitò la sua intervista al settimanale francese l’Express, dove definiva il buddhismo una
forma di “autoerotismo spirituale” e la reincarnazione un “ciclo infernale”.
Tanta intolleranza e tanta mancanza di rispetto uccidono il dialogo tra le
religioni, che pure Giovanni Paolo II ha cercato di portare avanti. Così mentre
la Cittadella di Assisi pubblicava il libro Dharma
e Vangelo, due progetti di salvezza a confronto, gli atti di un incontro
interreligioso avvenuto nel 1995, il cardinale Ratzinger, poi divenuto Papa
Benedetto XVI, procedeva come un “Panzer”, termine usato nel titolo dell’Express, per schiacciare la coscienza
dei cattolici.
[i]Fritjof
Capra, David Steindl-Rast, con Thomas Matus, L’universo come dimora. Conversazioni
tra scienza e spiritualità (Feltrinelli Editore, 1991).
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